mercoledì 4 dicembre 2013

Giorno #16: Il disco è finito

Sono cosa complessa gli addii. E ieri ne ho sperimentato uno particolarmente intenso. Addio ultime due settimane. Non tornerete più. Ma in compenso è nato il mio primo disco. E allora come non essere contento? Ho conosciuto il Sudestudio e Stefano Manca, mi sono nutrito ancora una volta della saggezza psichedelica di Amerigo Verardi e stanno per iniziare giorni nuovi, in cui non so esattamente dove andremo a parare, ma che sicuramente conterranno per questo, un certo fascino che intriga.

Negli ultimi giorni Amerigo e Stefano hanno lavorato di missaggio frenetico e noi siamo intervenuti in un terzo momento, della giornata, con delle piccole modifiche e idee di miglioramento. In questo modo, giorno dopo giorno, sono venute fuori tutte le canzoni. E ieri sera abbiamo concluso. Contenti e per niente stanchi.

Il disco passerà adesso in un'incubatrice che lo vedrà nostro e solo nostro ancora per un po’. 

Ho da pensare al titolo, alla scaletta definitiva, ma soprattutto cerchiamo qualcuno che lo promuova prima di pensare di fare tutto con i nostri mezzi modesti.

Per ora ci mettiamo a suonare. Prepareremo un live come si dece e ci mettiamo a suonare. 
Pieni di gratitudine per chi ci supporta e ci supporterà.

Da qualche parte nel cuore poi, sogneremo un altro disco.

(Sotto delle foto con la squadra al completo, ad opera di Marco Massarelli)








martedì 3 dicembre 2013

Giorni #11-15: Ultimi mix

Ci sono delle volte in cui fare delle cose porta con sé un grande carico di aspettative e queste vengono poi deluse, schiacciate sotto il loro stesso peso. Ma questa volta è diverso. Qui stiamo parlando di aspettative che vengono raggiunte e addirittura superate.

Le canzoni, non solo hanno preso la forma che ho sempre immaginato scrivendole, ma sono successe delle cose a livello di missaggio, per cui siamo anche oltre quello che mi aspettavo.

Inutile dire che abbiamo ascoltato i primi mix e a nostro dire i pezzi sono bellissimi.

Avanti così.

mercoledì 27 novembre 2013

Giorno #9 e #10: Inizia il mix!


Da domenica è pausa per noi, lunga una settimana.
Amerigo e Stefano sono invece al lavoro dal mattino e alla sera come sempre. Siamo tutti tornati apparentemente alle nostre vite regolari, ma il pensiero non puó che andare al prossimo passo: ascoltare i primi missaggi. Come suonerá il disco? Come andranno a mescolarsi le infinite parti suonate in questi giorni e buttate giú a fiume? Per ora il tutto resta avvolto nel mistero. Abbiamo concluso un accordo con Amerigo per cui lo lasciamo lavorare senza importunarlo almeno i primi giorni, per impostare i suoni e avviare il lavoro. Poi cominceremo ad andarli a trovare e ascoltare. Restiamo perció in attesa. Credo neanche troppo, perché domani sera facciamo giá un’incursione al Sud Est e ci gustiamo i 2/3 pezzi che dovrebbero essere conclusi. A presto con l’aggiornamento sulle prime impressioni dei pezzi finiti!

martedì 26 novembre 2013

Giorno #07 e #08

Giorno #07: Ultime voci e tastiere.

Oggi è il giorno del mal di collo e del mal di testa e del mal di schiena. A ognuno un malanno a scelta: abbiamo passato sei giorni di fila da mattina a sera a lavorare, ed il fatto che ci piacesse non ci ha fatto rendere conto della stanchezza. Ma ogni tanto il fisico chiede il conto, e oggi è un giorno di quelli. Siamo riusciti a portare a casa quello che serviva. In generale non è stata una giornata diversa da quella di ieri se non fosse che abbiamo finito finalmente con i piani i synth e le tastiere ma soprattutto le mie voci! Domani siamo al castello di Grottaglie per delle riprese esterne di violino e fiati. Poi nel pomeriggio di corsa di nuovo qui allo studio per i controcanti di Giacomo e le percussioni che ci siamo lasciati alla fine. Domani sarà l’ultimo giorno di registrazioni e l’ho già scritto: ci dispiace. Appuntamento a Grottaglie.



Giorno 8: Violino Fiati Controcanti e Percussioni

Castello Episcopio di Grottaglie. Io e Franz arriviamo alle 11.00 e troviamo ad aspettarci Stefano Manca già a suo agio nella sala adibita alle registrazioni. Ha portato con se il kit del piccolo fonico ambulante e ha già montato tutto. Oggi siamo in trasferta perché volevamo che una parte delle registrazioni fosse legata a Grottaglie, la nostra città, anche come tributo al sostegno ricevuto dalla Proloco e dall’amministrazione comunale. Inoltre le sale del castello si prestavano bene a catturare alcuni suoni che vorremmo andassero nel disco. In realtà avremmo registrato qui molte più cose se non fosse stato troppo oneroso allestire uno studio mobile vero e proprio. Poco dopo il nostro arrivo anche Isabella Benone è al castello, pronta a incidere alcune tracce di violino su due pezzi del disco. L’atmosfera è perfetta. Immaginatevi un castello medievale, fuori un tempo di mite autunno e dentro noi, a farci cullare dalle note del violino e ad immaginare come suoneranno bene mixate a dovere sui pezzi. Dopo il violino tocca ai fiati, Damiano e Luciano dei Nitrophoska. Hanno aggiunto quello che gli avevamo chiesto di fare su uno dei pezzi del disco. Anche qui tutto alla perfezione. Un sax contralto, uno tenore e una tromba che si sono intrecciati egregiamente sul pezzo in questione (mistero). Riflettevamo con Franz su come le cose siano andate esattamente come volevamo durante quest’ultima settimana. Tutto quello che abbiamo fatto in questi giorni faceva parte dei nostri desideri e dei nostri piani. Penso che a volte certe macchine vadano solo avviate, poi vanno tranquillamente da sole.

La giornata non finisce qui, e dopo un pranzo con panino nel centro storico di Grottaglie, salutiamo Isabella, Damiano e Luciano e torniamo al Sud Est Studio per l’ultima session di registrazioni. Gran parte del lavoro è di Giacomo, ma io resto accanto a lui in sala registrazioni perché mancano solo i controcanti, e insieme ce li intoniamo prima di registrare. Giacomo è bravissimo, suona la batteria si, ma canta anche che è una bellezza. Nessun problema anche per lui. Dopo i controcanti tocca alle percussioni. Giacomo si fa un giro su tutto il percuotibile, su tutti le canzoni, e alle sette e mezza abbiamo finito. In una settimana abbiamo buttato giù tutto il disco, non che siamo dei mostri o dei geni, eravamo arrivati più o meno tutti preparati. Ora tocca più che altro ad Amerigo e Stefano per i missaggi.







Da oggi li verremo a trovare soltanto a sera, per ascoltare il lavoro della giornata e ci faremo quattro chiacchiere spassionate. Per l’ultimo giorno di registrazioni ci è venuto a trovare anche Alessandro, così ci siamo tutti a salutare questo studio e lasciare tutto nelle mani esperte del nostro produttore artistico e di Stefano, l’editor più veloce del Sud-Est. Ci facciamo un bicchiere-due di Negramaro, una goccia di Lagavulin 16 anni per brindare, e ci salutiamo con abbracci e sorrisi. Nel cuore una grande gioia per avere condiviso questa esperienza, per essere diventati un po’ più amici, o per aver scoperto nuovi amici, e con la consapevolezza di avere in comune un tesoro inestimabile, quello di fare musica, una cosa che a parole non ha senso spiegare ma che sappiamo bene quello che significa e quanto fortunati siamo ad esserci capitati dentro.

venerdì 22 novembre 2013

Giorno #6 Synth, tastiere e voci

Quando avevo sedici anni ho scritto una canzone che si chiamava Sedici anni, appunto.
Erano quattro strofe lunghissime senza un ritornello che si potesse ritenere tale, e raccontava delle turbe psichiche dell'adolescenza. A quel tempo usavo scrivere fiumi di parole in pieno stile Guccini, che oggi mi risulta tedioso, ma allora adoravo. Mi divertivo innanzitutto a scrivere, non mi consideravo un musicista né un cantante – cosa che spesso faccio fatica a fare anche oggi - e cantavo nascosto e sotto voce in casa. Così quando ho voluto tirare fuori questo pezzo ho chiesto a un amico se volesse cantare i miei brani, in un'ottica: io autore, lui interprete. Il risultato mi ha fatto capire che dovevo cominciare a cantare. Non fu tanto l'esecuzione tecnica, che era quella che era, ma l'interpretazione data al testo ad irritarmi. Non potevo lasciare le mie cose in mano a nessun altro. Ho capito che le canzoni erano delle mie creature, di cui ero gelosissimo, come figli, e a meno che non mi fossi rivelato un caso disperato, difficilmente le avrei date in adozione. Non capisco infatti come faccia ad esempio Mogol: ha scritto miliardi di canzoni bellissime, ma nessuno gliene ha mai visto cantare una. Voi lo avete mai visto cantare? Ha una voce così terribile? In ogni caso deve avere un animo davvero generoso, non egocentrico ed egoista come me. Oggi ho registrato la voce di un pezzo a cui tengo molto, e mi sono ricordato di quella volta in cui ho licenziato il mio amico. Doveva andare così, non avrei mai potuto godere della sensazione di ieri di stare nelle parole del testo, nel loro suono, gustarmi le sillabe e le sfumature, abbandonarmi al testo ed emozionarmi e commuovermi per cose che io stesso ho scritto. Incredibile. 

Oggi è stato comunque anche il giorno di Franz. Lo abbiamo spremuto fino al possibile.

Dalle nove della mattina alla sera alle sette, inchiodato al seggiolino del pianoforte a coda e del Fender Rodhes, del Farfisa e della tastiera, nonché del magico Wurlitzer. Il ragazzo non ha scampo. Deve suonare tutte le parti rimaste entro oggi. Lo troviamo carico fin dalla mattina e non ha incredibilmente mollato fino a sera. Non so se si dovrebbe dire, ma abbiamo scelto molti dei suoni, e soprattutto molte delle parti, in questo preciso giorno. Cose mai suonate prima, e da oggi magicamente nel disco. Questo anche perché qua al Sudest abbiamo la possibilità di suonare su piani elettrici vintage fantastici, e allora ci siamo lanciati nelle aggiunte creative. Le canzoni sono quasi tutte complete, siamo vicini ai missaggi. Credo riusciremo a finire le registrazioni entro domenica. Domani dobbiamo rifinire i piani e concludere con le voci. Ormai è quasi una settimana che io, Franz, Amerigo, Stefano (insieme a Giacomo e Alessandro nei primi giorni) condividiamo questo studio e possiamo dire che abbiamo un bellissimo equilibrio. Ci facciamo delle grandi risate ma lavoriamo tanto e di continuo. Insomma qua è sera inoltrata e dobbiamo staccare, ma non vediamo l'ora di essere già qui domani.

Giorno #5: I Synth e le voci

Siamo a buon punto. Abbiamo riversato quasi tutti i synth di Franz nella tracce registrate da noi in questi giorni, e adesso dobbiamo incastrarli per bene. Mancano pochi giorni alla fine delle registrazioni poi verranno i missaggi. Ci dispiacerà molto non viverci questo studio per giornate intere, in questa sospensione delle cose di ogni giorno a fare solo e soltanto quello che ci piace. Ho aspettato tanto questo disco e nei mesi precedenti alle incisioni fremevo letteralmente per la voglia di vederlo finito, in mano e ascoltabile. Adesso invece vorrei dilatare al massimo i tempi delle registrazioni. Vorrei che questa condizione sospesa di tranquillità finisse il più tardi possibile, non ho nessun pensiero al futuro e mi rendo conto finalmente di quanto sia liberatorio. Oggi è uno dei giorni per le voci. Mi aspettavo di dover avere molte più difficoltà, invece le canzoni stanno venendo fuori proprio come vogliamo che siano. Ovviamente lavoriamo su microfoni da paura, strumentazione in generale ottimale, e grazie alla disinvoltura di Stefano facciamo editing istantaneo se necessario - devo dire poco onestamente – ma come se non bastasse ho il mio musical trainer, Amerigo, che mi da le giuste dritte ogni volta che ne ho bisogno. Domani spero di finire tutte le voci così possiamo focalizzarci sui dettagli.

Anche oggi dal Sud Est Studio è tutto, arrivederci a domani per un nuovo racconto.





giovedì 21 novembre 2013

Giorno #4: Le chitarre e la pioggia - Parte 2

L'Italia è sotto la furia del Ciclone Cleopatra, come reciterebbero i migliori titoli delle peggiori testate.
Fatto sta che Cleopatra è passata a trovare anche noi e ci ha tenuto compagnia per l'intera mattinata, impedendoci di lavorare in alcun modo.


Stefano ha rischiato la vita tentando di fare qualcosa che non abbiamo ben capito all'impianto elettrico.
Quando i fulmini hanno smesso di venir fuori dalle casse monitor, dopo ora di pranzo, abbiamo potuto sistemare le chitarre di ieri e abbiamo cominciato a lavorare alle ultime rimaste.


Oggi ho un capotasto mobile vero e proprio, ma ho già grande nostalgia del capotasto umano.
Le chitarre sono andate più o meno lisce, e che mi piaccia o no, le pennate di questi giorni, con quest'intenzione qua, e non un'altra, saranno quelle che resteranno su questo disco. Questo è un pensiero che credo atterrisca chiunque entri in uno studio per incidere qualcosa da condividere poi con chiunque. Non bisogna pensarci, semplicemente bisogna far finta di suonare come le mille altre volte senza rifletterci più dì tanto.


Il discorso si fa ancora più teso quando si arriva alle voci. Dopo le chitarre abbiamo impostato la situazione voce per prepararci a domani. Per un cantautore, il discorso interpretazione è tutto, perché spesso – senza allusioni alcune al mio caso specifico – non si è avuto il dono gradito di una voce spacca-bicchieri o che ti vibra nello stomaco. L'idea di fare una voce piuttosto che un'altra, mi ha sempre donato una certa tensione. Ci sono infinite sfumature possibili: venature roche, sorrisi spontanei, sussurri, etc etc etc. Ma anche qui, la consapevolezza deve farsi da parte e l'istinto deve prendere il passo. In un modo o nell'altro ci si deve riuscire, e sti cazzi che quello è un momento che verrà fermato per sempre e annesse paranoie. Nell'ottica sti cazzi ho infatti già buttato giù la voce del primo pezzo, I Sogni che si Fanno. Ci convince e ci cattura e va bene così.


Da domani si lavora ai synth, e i pezzi cominceranno a prendere la forma definitiva. Nel pomeriggio, con la voce oramai spoglia dai torpori mattutini, proverò a fare quante più voci possibile.